Mangia con gli occhi racconta di una donna a cui il destino ha rubato tre dei cinque sensi: il gusto, l’olfatto e il tatto.
Gran parte delle possibilità di gustare a pieno la vita sono svanite in una fredda mattina invernale. Dopo un percorso di indagini e una spietata sentenza definitiva, finalmente una cura. La bellezza è la cura che riesce a ridare motivazione e nuova vita. In particolare, i colori della natura e dei suoi frutti, doni preziosi per la cucina, sono stati una terapia efficace per dare alla protagonista il piacere di sentire e godere della vita come tutti gli altri.
La mancanza dei profumi viene compensata con l’estetica dei piatti, con la forma e i colori delle stoviglie e del contesto.
Nel libro sono descritti i sentimenti di paura, rabbia e amore di una donna che dopo aver vissuto la sensazione di un’edera a cui crolla il muro su cui è cresciuta, riapre lo scrigno dei sentimenti.
Come scavare nella propria vita e lentamente entrare nel vivo di una buca da liberare dai sassi e trasformare il vuoto in un nido in cui rivivere le ataviche sensazioni vitali.
Come cucinare degli spaghetti e avere cura di avvolgerli in un groviglio che si eleva al centro del piatto, per osservare la complessità dei tornanti che genera e poi ingerire la bellezza per nutrirsi completamente.