Una vita normale. Una famiglia, un lavoro, una casa. Poi la decisione di mollare tutto, o quasi. Un furgone, pochi soldi, nessuna compagnia tranne quella di Ania, sua figlia. Fabio ha scelto di vivere così per comprendere, e comprendersi fino in fondo. Per riuscire, finalmente, a guardare la propria immagine riflessa nello specchio, uno di quei tanti specchi che durante il giorno gli mostrano un se stesso che proprio non gli piace ma che non sa ancora come cambiare. Sembra non abbia nulla, ma in realtà ha tutto ciò che gli serve. Tutto, tranne un bagno. Il parcheggio di un centro commerciale è il suo garage, la galleria la sua casa, le persone che lavorano nei negozi la sua famiglia. Molti lo guardano con sospetto, poi però capiscono che è “uno a posto” e iniziano a volergli bene, come Monica, una cassiera, o Lucia, la barista, o ancora Pasquale, la guardia giurata, l’Amico con la A maiuscola. Surreale e ingenuo, Fabio è suo malgrado l’emblema della libertà e del coraggio: il suo cammino è una crescita, in un romanzo di formazione che, forte della coralità degli altri personaggi, protagonisti anch’essi a tutti gli effetti, lo vede attraversare la propria inquietudine con la leggerezza di chi si spoglia di tutto per prendere il volo.
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