L’opera di Raffaele, come scrive il Prof. Gaetano Coppola nella sua presentazione, ci fa pensare al mito della Caverna, all’uomo incatenato nel “buio” dell’ignoranza, impossibilitato a vedere il vero e che non riesce a distinguere la Verità dall’apparenza. Raffaele, infatti, è riuscito a liberarsi dalle “catene” ed è risalito nel vero a rivedere la luce. Coi suoi versi sciolti, liberi e senza orpelli ci parla con grande efficacia, ci confida il suo io e si dona con una tale forza da imporci quelle innumerevoli pause.
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