La libreria caffè letterario mangiaparole propone delle letture di romanzi contemporanei a cura della nostra amica/cliente/scrittrice Marilena. Ecco a voi la prima recensione:
Davide Enia Così in terra. Editore Dalai
Si parla spesso di romanzi di formazione come di romanzi nei quali l’infanzia e l’adolescenza è identificata come un tempo proiettato verso il futuro. In realtà il tempo presente dell’infanzia e della preadolescenza è un tempo perfetto e compiuto. Come il protagonista del secondo romanzo di Davide Enia, che riconferma il talento del primo, “Rembò” uscito per Fandango qualche anno fa. Davide racconta, in un presente vivo e vitale come il colore dell’acqua scintillante del Mare palermitano, storie di perdita ” di pazienza, di bottoni, di tempo”, di coraggio e ferocia e anche d’amore. Davide è orfano di padre e con una madre che lavora in ospedale, e viene cresciuto dai nonni e dallo zio Umbertino. In un’assolata e furibonda estate Davide conosce sangue, morti ammazzati, odore di sudore e parole calde di pane come quelle di un padre. E poi inatteso e insolente l’amore della piccola Nina. Che gli succhia via il sangue dalle dita. Una ad una. “Come fai a prendere a pugni il mare? È troppo più grande, troppo più forte. C’è acqua sotto altra acqua. Il Mare si basta da solo.” Bellissimo e struggente, che ci ricorda un po’ la rimpianta libertà dell’infanzia, quando il tempo era inghiottito solo da doveri non scritti e l’orizzonte ci sembrava troppo vasto per inghiottirlo. Ma questa consapevolezza non ci dava angoscia.