Una folata di vento trascina la lippa, lanciata con forza da Amos, ai bordi del Campo dell’Infame, al Testaccio e, come nella fiaba persiana “Tre Principi di Serendippo”, l’intelligenza e la perseveranza portano Amos, appena sedicenne, a scoprire uno smeraldo bellissimo. Il destino del ragazzo, nato nel 1899 nel Ghetto di Roma, orfano dei genitori, si forgia in quell’istante. Le particolarità di quella pietra lo motivano a cercare di comprenderne l’origine e lo inducono a dedicarsi allo studio della mineralogia. Nel 1934 si trasferisce a Cambridge, Massachusetts. Le sue ricerche hanno forte risonanza scientifica e Amos si avvia a ricoprire incarichi accademici di prestigio e nel 1938 realizza un esperimento i cui risultati sono tanto sconvolgenti quanto impossibili da interpretare. La sua vita dunque cambia verso e nel primo dopoguerra Amos si trasferisce con la famiglia a San Francisco ma non riesce più a entusiasmarsi del suo lavoro e cade in una crisi esistenziale profonda con una visione del mondo speculare alla precedente. La nuova luce interiore gli permette di comprendere l’esperimento del ’38 e di formulare un’ipotesi suggestiva sull’origine del suo smeraldo.
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