Così in questo giardinoorto di Morena, tipico perché simile a tanti altri nella compagine della città, abbiamo cominciato a leggere dapprima romanzi e poesie, e a discuterne insieme; poi abbiamo continuato con la scrittura e la lettura di opere di teatro radicate nel territorio del Lazio. A questo punto serviva una scena per leggere e recitare. Così ci siamo incontrati in due, tre e quattro volontari chi a scrivere, chi a leggere e chi anche a lavorare fisicamente per allestire un teatro naturale all’aperto a costo zero. Invece di fare un palco si è pensato di liberare una zona di buona acustica sotto la chioma di un pino riciclando materiali del giardino stesso per delineare fondali e quinte di scena. Anche i pochi oggetti per la scenografia e i costumi sono stati ridotti all’essenziale, per es.: due fari soli da 400 e da 150 watt per le luci, due o tre strumenti musicali, manufatti da un riciclo di materiali a disposizione di chiunque, tendaggi di scarto… In platea invece è stato utilizzato solo tufo, legno e materiali edili riciclati a secco mentre è stata lasciata in vista la presenza sensitiva e vitale delle piante.
La trasformazione del rettangolo di giardino in teatro è stata minima ma essenziale. Alcuni giovanissimi pini intorno all’area hanno procurato un’atmosfera iper-ossigenata che ha dato ali alle forze spesso fiacchite dei nostri corpi bibliomani.
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