Come lo scorso anno il nostro grande Giacomo Caruso ha voluto regalare a tutti i partecipanti l’emozione di essere inseriti all’interno di un centone: poesia collettiva che non lo sembra affatto.
CENTONE 2013
NOI POETI
Sono quinte sfocate di memorie,
è difficile stringere qualcosa,
quando raccolgo la somma totale delle emozioni è già tardi,
continuerò a scrivere sogni.
Scrivi di me se questa terra è tua
mentre m’incalza il mestiere di vivere
come camminar bendato e con le mani vedere.
Sentieri chiusi nell’aspra terra mia
non siamo padroni di niente
denti stretti a trattenere vele di sabbia e di gesso
afferro la mia ombra nello specchio
vagare è l’errabondo destino
preparati a partire, ora, che la tua imbarcazione è in porto.
Ma il desiderio culla l’animo
danzano le parole lievi
il mio bagaglio è troppo pesante
ogni voce mi rimanda risonanze inattese
bevi d’un fiato il tempo.
Rompere l’asfalto con le dita
del poeta è il patir la meraviglia
girotondo del giorno intorno al mondo
lo so, lontane spiagge scorrono
bolle di riso, bolle di sapone.
Sciogli i nodi della tua anima
oggi il tempo ha corso più veloce di me
non ti toccano le mie parole
a domandare al vento che m’insegni
possibilmente tutti insieme costituire, per così dire, un “noi narrante”.
Sono lì, fermi, nei pressi delle stazioni
c’è un dopo e un altrove già qui
tu non ci sei mentre incombe la tristezza degli anni.
Le gambe trascina a fatica, cerca sollievo al lavoro
il ritmo interiore si muove sui quarti d’ora
funambolo è, per me, l’uomo comune
voglio legare i ricordi ai nodi della vita
rientrare nel silenzio che si nutre del rumore degli altri
frammenti di ora cadono in acque profonde.
Lui parla sempre in gergo, ma è studiato:
a vorte po’ dì tutto e nun dì gnente…
lui nu’ lo sa, ma se sta a gode ‘a vita…