…sento la Poesia vibrare oltre la materia, sotto la mia pelle, scivolare, densa, nel mio sangue. In Lei fluisco e muovo come un fiume che scorre, nuda. La mano obbedisce all’ignoto impulso, silenzioso dialogo tra me e il foglio, tra le nuvole e un filo spinato, un verso.” “L’autrice, in questo suo nuovo lavoro, raccoglie, in un unico scrigno, le sue parole, in prosa e in poesia. Sono trampolini protesi verso un ideale interlocutore, sono come laiche preghiere rivolte a una figura mitica, unica e molteplice che chiama in causa, esorta, ammalia, a volte ferisce, altre incanta e affascina. Come spesso accade con certi quadri rinascimentali quando, spostandovi, sembra sempre che gli occhi della figura ritratta vi cerchino e vi osservino; così, con questo suo scritto, il lettore di Lucrezia non è lettore e basta ma viene coinvolto da un senso di amore, disagio, passione, rabbia, raffinata gestualità, abbandono. Partecipa a ciò che l’autrice crea. Diviene, il lettore, parte integrante delle parole perché di questo in fondo si tratta: parole legate a emozioni. In un mondo letterario dove la tecnica ha soppiantato il senso intimo delle parole, l’autrice cerca di restituire ad esse un valore poetico, musicale, armonico ma soprattutto, emozionale, La magia in effetti sta tutta qui: le parole viaggiano leggere, ci raggiungono e affondano sotto la nostra pelle per divenire patrimonio personale che crea un legame indelebile tra il poeta e il lettore”.
Presenta Ilaria Palomba
Segue cocktail analcolico
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Sensorium è una raccolta di racconti basati sul tema del sesso quantico. È una particolare visione della sessualità che s’ innesta con sensibilità fantascientifiche, connettive e quantiche, illustrando la peculiare concezione delle tecniche sessuali e delle relative inclinazioni istintuali: è come copulare con l’universo, sul limitare delle dimensioni inumane. A corredo dell’opera ci sono i quadri digitali di Ksenja Laginja.
da ven 8 al 15 | mostra Sensorium di Ksenja Laginja
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Il contrasto morale del protagonista con un misterioso zio monsignore dura una vita intera. E la veglia funebre è lo scenario in cui ripercorrere la propria esistenza e riconoscere i fantasmi del passato, i rimorsi, le offese: la rigida educazione cattolica, l’amore per la figlia lontana e gli incontri con le donne, la nuova formazione ideologica del Sessantotto e il fortuito appuntamento con il terrorismo.
Presentano Ludovico Fulci e Biagio Cipolletta
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Questa silloge di Isabella Coluzzi è d’occasione, un canzoniere dedicato all’amore filiale, alla perdita dei genitori. Per questa ragione le poesie sono intime, personali ma mai private… perché è sempre presente un dialogo, un discorso ininterrotto, un filo che porta altrove… I testi sono diretti, chiari, espliciti, abbondanti di metafore concrete che disegnano bene, aggiungendo dettagli e sentimenti, un discorso poetico già ben delineato e strutturato, teso ad emozionare e toccare il cuore di chi legge. Ripeto che non è una poesia “privata” ma ha la capacità di allargarsi all’Uomo, in un insegnamento sotteso alla nostalgia. Un libro che stilla amore, ricordo, nostalgia in ogni parola per ricordare sempre che la vita deve essere vissuta appieno in ogni momento con i propri affetti.Un canzoniere dedicato all’amore filiale, alla perdita dei genitori. Per questa ragione le poesie sono intime, personali ma mai private…
Segue apericena
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Ogni storia breve , fulminea e ben costruita (sempre legate ai temi dell’amore) ha un punto di indecifrabilità e quel punto resta tale fino alle ultime righe quando tutto si dispiega in poche battute. segue pranzo con l’autore.
Legge Alessia Rocca
Segue pranzo con l’autore
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Questo romanzo nasce da una scrittura fortemente sorvegliata. Tra queste pagine si muove una donna che attua una continua presa di coscienza del suo ruolo di madre e di docente, sullo sfondo di una Roma, e di un’Italia, degli anni settanta,gli anni di piombo del terrorismo.
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Ingresso con aperitivo 15 euro.
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“In questa raccolta poetica Valter Casagrande intraprende un grande viaggio toccando, con sguardo acuto e maturo, le emozioni, lo scorrere della vita e la sua caducità, la natura, il sogno, la favola, il mito e altre tematiche. I versi proliferano dalla penna dell’autore, con stile veloce e preciso come da una incontrollata e incontrollabile forra dalla quale bere e riflettere.” (Patrizia Pallotta)
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Siamo a Montefollonico, nella microatmosfera di un piccolo borgo in provincia di Siena. Qui la vita conserva un ritmo vicino al cuore della gente, ci si conosce tutti, si seguono nascite e morti, si chiamano le persone per nome, ci si vede alle sagre, alle processioni, alle feste di paese. Non rivelerò qui come l’evoluzione della storia consentirà alle protagoniste di riallacciare i fili delle proprie esistenze, di come Zoe supererà la perdita di Clara, di come Egle imparerà a stimarsi e Ave a ripartire da sé e Bice a credere nella sua capacità di essere madre. Dirò solo che insieme attraverseranno il dolore e lo lasceranno alle spalle. Perché questa è, a mio parere, la grande verità del romanzo di Massimo Tirinelli. Insieme si può. Insieme, che non è presenza continua, ma è la consapevolezza di potersi fidare o meglio di fare affidamento le une sulle altre. C’è una parola per definire questo stato d’animo. È compassione: quel sentimento di vicinanza alla sofferenza altrui che nulla chiede in cambio. Sarebbe bello se si tornasse a dare il giusto significato a questo vocabolo. Zoe, Egle, Ave e Bice ci riescono e ci dicono che dal buio si può riemergere con una nuova capacità di amare. Resta da chiarire chi è “La visitatrice dell’autunno”, ma lascio ai lettori il compito di scoprirlo. Dalla prefazione di Laura Pezzola
Segue aperitivo
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Descrizione:
RICICLOREPERTI URBANI
Ilpensiero e l’azione si muovono insieme. Corre la memoria e ilricordo, le immagini e i sogni, le emozioni e le conoscenze, mentrele mani lasciano fluire e sgocciolare i colori e gli impasti dimateria aggiungendo materiali e scarti recuperati.
Ireperti urbani come tappi di birra schiacciati, lattineaccartocciate, tacchi perduti, specchi retrovisori incidentati, pezzidi parabrezza rotti come tanti cristalli, contenitori di latta ormaitrasformate dal calpestio e dalle intemperie in un unico sottilestrato di metallo arrugginito, raccontano storie di vita di strada,di bevute e di mangiate, di camminate nelle vie, di povertà e didolore, si inseriscono di diritto nel lavoro pittorico mescolandosi,colorandosi e animandosi a nuova vita, portando intatte con sé lapropria condizione di oggetto usato, scartato, rifiutato, calpestatoe gettato e infine rinato.
MariaGrazia Lunghi
RIFLESSIONIE PAREIDOLIE
Leopere esposte si ispirano ai due principali temi di ricerca che inquesti anni sto sviluppando.
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“Riflessione” che ha molteplici significati: in geometria, in informatica, in fisica. Lo stesso termine lo usiamo anche in senso introspettivo: mediante essa l’uomo indaga (guarda dentro) se stesso.
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“Pareidolia” che è l’illusione subcosciente tramite la quale si tende a ricondurre a forme note oggetti o profili.
Daqueste considerazioni scaturisce l’idea realizzativa dell’opera el’utilizzo dei materiali impiegati: a volte frammenti di specchioche, rimandando l’immagine di chi osserva l’opera, rendequest’ultimo partecipe dell’opera stessa. L’utilizzo deimateriali di scarto della “civiltà dei consumi” rende possibilela creazione di immagini non elaborate concettualmente a priori, mache si formano via via assumendo solo alla fine barlumi disignificato per lo stesso autore.
Immaginiillusorie, pareidoliche, di un mondo che percepiamo in modoincompleto e, probabilmente, irreale.
CalogeroCarbone (Kalòs)
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