Alessandro Giacobbe ha un animo ribelle. È convinto che le persone giuste possano fare la differenza, cambiare le cose, aiutare a migliorare la vita propria e quella degli altri. Non è uno sprovveduto, non è un ingenuo, conosce il dolore e ha imparato a difendersi. Il padre l’ha abbandonato quando era piccolo, ha visto la madre consumata da un male incurabile, sa cosa vuol dire essere disprezzato, dileggiato, usato, braccato, umiliato. Alessandro Giacobbe sta diventando calvo, ma non è solo per questo che ama trucco e parrucche. È un trans e crede che Utopia sia Rivoluzione: «È come aggredire il cielo con le scale o il mare con le orme dei passi. E se il respiro è finalmente libero e pieno, la vita – questa vita – senza Utopia diventa irrespirabile». Questa idea lo porta lontano. Nel 2040 diventa Presidente del consiglio di un’Italia in ginocchio, che affonda a causa di governanti corrotti e affaristi senza scrupolo.
“Il senso della scelta” descrive ed analizza le decisioni difficili che condizionano tutta la vita, quelle che ti portano a dire ” O faccio questo, o faccio quello…” e come dice Patrizia concludendo il suo lavoro: “La vocale O ritorna quando ci sono decisioni da prendere e due sole strade tra cui scegliere”
Siamo nel periodo postbellico della guerra di Crimea (1853-1856). Tre donne si incontrano nella devastazione del dopo conflitto e instaurano un rapporto di amicizia. Una scrittrice, un’infermiera e una prostituta, le cui esperienze, totalmente diverse, permetteranno loro di comprendere e affrontare dure prove, e soprattutto, la complicità amicale metterà le tre protagoniste nelle condizioni di fare una scelta difficile e fondamentale per la loro vita futura, come solo ogni donna sa fare. Un omaggio, questo, alla potenza dell’eterno femminino”.
Dietro la riduttiva definizione “sindrome dei Balcani” si cela una vera e propria strage, dovuta presumibilmente agli effetti delle polveri tossiche sprigionate dagli armamenti impiegati nell’ultimo ventennio nel corso delle missioni internazionali di pace. Di queste vittime non vi è memoria; in loro nome non sono stati eretti monumenti, intitolate piazze, istituite giornate del ricordo. Il caso della sindrome dei Balcani rappresenta il paradigma eclatante di quella che può essere definita una “memoria senza dimora”, la circostanza perfetta in cui le politiche dell’oblio e i processi di amnesia culturale hanno potuto agire in tutta la loro efficacia, fino a giungere a una negazione sistematica degli eventi stessi. Questa ricerca è perciò un viaggio all’interno dei meccanismi che hanno determinato l’oblio sociale e istituzionale della memoria pubblica di un frammento del nostro recente passato, in un percorso analitico il cui obiettivo è la scomposizione e l’oggettivazione dei processi di delegittimazione ai quali è stata sottoposta una tragedia di enormi proporzioni. È anche la denuncia delle pesanti condizioni di inquinamento ambientale causato dalle esercitazioni che hanno luogo all’interno dei nostri poligoni militari, nei quali vengono sperimentati armamenti letali, munizioni che sprigionano nano e microparticelle il cui elevato livello di tossicità è stato accertato da innumerevoli studi. Vittime militari e civili, accomunate dallo stesso destino: quello di essere state esposte a pericoli di cui non conoscevano l’esistenza e dai quali non potevano proteggersi.
Il romanzo “Cento battiti al minuto” di Anita Nurzia è la storia di un uomo dei nostri giorni, Fabio, con tutte le sue debolezze, incertezze ma anche con una grande sensibilità. Il suo rapporto con l’altro sesso è fatto soprattutto di complicità, pazienza e attenzione. E con questo atteggiamento benevolo e comprensivo a lui ricorrono tutte le sue amiche… uno spaccato dell’essere donna nel 2000 con tutte le contraddizioni e le difficoltà dell’instaurare e mantenere un rapporto maturo con l’altro sesso. Il finale è aperto a tutte le possibilità. Ognuno, infatti, può ipotizzare quale sviluppo avrà la storia di Fabio che riesce a trovare la forza per dare un nuovo senso alla sua vita.
“I migliori anni della mia vita western” Serata proiezione dei contenuti speciali del film “Se il mondo intorno crepa” Emanuele Carioti Intervista Stefano Jacurti in una galoppata nel western tra Hollywood, l’italia, e il cinema indipendente passando per i libri ed il teatro. Madrina della serata, l’attrice Simona Mancini. A seguire rinfresco per i festeggiamenti per il riconoscimento dagli Stati uniti al festival internazionale del cinema indie di Hudson- Ohio- Se il mondo intorno crepa è il miglior western non americano- Tutti i lavori di Stefano Jacurti saranno presenti in libreria
Poesie, pensieri che sono come le tessere di un mosaico o il pezzo di un puzzle a formare un testo completo da condividere con gli altri per rendere sempre più grande la “città eterna”. il titolo è stato scelto, ricordando “Napule è”, la meravigliosa canzone che Pino Daniele ha scritto e cantato per la sua città. Non mancano le foto così suggestive da inquadrare immagini di Roma che sono evocative della sua bellezza e del fascino che questa grande metropoli suscita anche sugli stranieri.
Tutto parte dall’anima, dall’invisibile! Tutto ciò che NON riusciamo a vedere in questo mondo, perché nell’invisibile, è molto più importante di tutto quello che riusciamo a vedere. I frutti di un albero, infatti, dipendono dalle radici dell’albero stesso… e le radici non si vedono. Ogni volta che il nostro corpo fisico, mentale, emozionale e spirituale sono in linea tra loro, avviene un miracolo. La morte non separa
Il caffè letterario Mangiaparole mette la poesia al centro della propria attività. Non è un caso infatti che 2 sabati al mese si tiene un laboratorio di poesia, che 1 volta al mese si organizza una goliardica gara, alcuni reading e che tutti i clienti prima di uscire debbano pescare una poesia haiku (poi si piegherà cos’è!). In aggiunta a ciò a scaffale ci sono molti libri di poeti contemporanei e in lettura la rivista mensile Poesia.
Questo amore porta Mangiaparole a proporre una scuola di tecnica e scrittura poetica che si affianca al consueto laboratorio.
Questi incontri (2 martedì al mese dalle 18,00 alle 19,30 – 18 incontri totali ) vogliono aiutare ed avvicinare chi vuole al difficile mondo del fare poesia. Noi del laboratorio crediamo che lo scrivere poetico vada ben oltre l’andare a capo, l’esprimere bei pensieri pieni di sentimento oppure il mero tecnicismo. Attraverso studio, esercizio e consigli intendiamo far raggiungere quell’equilibro che permette ad una poesia di essere tale.
Il corso è tenuto da Giacomo Caruso e Marco Limiti con la partecipazione dei componenti del laboratorio di poesia del Mangiaparole.
Costo ad incontro 10 euro, inclusa consumazione analcolica.
Dove nasce il talento della scrittura? Saper raccontare un episodio banale cogliendo l’aspetto più originale? Come riuscire a tenere incollati alla pagina gli occhi ed i visi dei lettori nonostante dietro i libri ci siano paesaggi meravigliosi: il mare al tramonto, oppure il candore della neve? Molto talento è dovuto a madre natura certamente ma anche l’ambiente dove lo scrittore si mette all’opera deve avere una certa rilevanza. Non si parla solamente della mera biografia, non del luogo di nascita se è vero che Salgari ci ha raccontato storie inventate di sana pianta di un luogo dove non era mai stato (e non c’era ancora internet dove poter attingere informazioni). Si parla anche degli strumenti per la scrittura. Una buona penna, una sedia comoda, una pagina bianca, ed un tavolo, una scrivania degna. Giovanni Pascoli aveva nella sua casa di Castelvecchio tre scrivanie diverse: una per le traduzioni, una per la critica dantesca ed una per le poesie. Come indossare un abito diverso per ogni occasione, un abito con tasche per mettere appunti, riflessioni, pensieri etc. Perché la scrivania è un luogo sacro per uno scrittore, un porto sicuro dove rifugiarsi, un amico che custodisce segreti ben nascosti, un compagno di tristezza che ti tiene l’ennesimo bicchiere di vino. Certamente c’è chi preferisce scrivanie ordinate piene di cassetti, nascondigli; oppure chi ama il minimalismo di un semplice tavolo su quattro gambe. Ad ogni modo se state cercando un luogo adatto dove scrivere il vostro prossimo libro date un’occhiata alle offerte sul sito Lovethesign.com