“Impossibile non convenire con Marcella Cossu quando parla di ‘reminiscenze di grande grafica simbolista centro europea’, – afferma Laura Cianfarani referente della Mad Museo d’Arte Diffusa – ravvisabile ad esempio nel tratto duro e secco che guida la mano dell’artista, nell’horror vacui dei suoi lavori, nelle sue creature disarmanti nella proprio indefinitezza, nelle loro espressioni tra il grottesco sempre ludico e ironico, nella loro forte componente erotica”.
“Se apparentemente mito dionisiaco e viaggio dai risvolti surreali ricchi di simboli possono sembrare il perno della ricerca artistica di Quagliozzi, a un’osservazione più accurata risalta come le sue creature e creazioni permeate di ironia, siano in realtà strettamente connesse con il mondo ‘reale’, materico, restituito da un modus operandi affatto intimista, eccentrico piuttosto. Sembra altresì che Cristiano si diverta a giocare con i ‘Misteri’, quelli dei Baccanali ad esempio, per interrogarsi sul mondo naturale, atavico, ancestrale, privo di sovrastrutture… animalesco oserei dire. Questa la curiosità della sua ricerca – conlude Cianfarani – un richiamo al femminino della Madre Terra resa con uno stile onirico, con un rimando alla creatività e all’energia generatrice dell’arte e dell’artista. Un paradosso del surreale, cui Cristiano strizza l’occhio in un viaggio verso gli albori”.
L’impero restaurato di Sandro Battisti è vincitore ex-aequo, con Bloodbuster di Francesco Verso, del Premio Urania 2014. Sandro Battisti ci presenterà la nuova puntata della saga dell’Impero Connettivo, Stato che domina lo spazio e il tempo al cui comando c’è un alieno semieterno.
Totka_II, sovrano dell’Impero Connettivo, vuole modificare il continuum in risposta alle conquiste militari dell’Impero Bizantino di Giustiniano I. Il suo plenipotenziario Sillax entra in azione per assicurare l’influenza necessaria a mettere in atto i piani del suo imperatore.Le influenze sul continuum sono un affare delicato perciò Impero Connettivo, esteso nello spazio e nel tempo, e Impero Bizantino finiscono per essere interconnessi in maniera complessa. L’interazione tra le due entità può portare a risultati imprevisti e catastrofici.
Questa Antologia raccoglie i lavori della quarta edizione del Laboratorio “Insieme per scrivere”. Dopo i temi trattati negli anni precedenti (i ricordi, il cibo nella letteratura e il gioco in tutte le sue manifestazioni), ognuno dei partecipanti ha inventato o raccontato una storia nella quale ci fosse una coincidenza, un caso che può condizionare la vita o momenti di essa. Il tutto è preceduto da una introduzione sulle coincidenze più famose e sulle teorie che intendono spiegare tale fenomeno. Anche in questa Antologia troviamo i racconti collettivi scritti a più mani ma con la caratteristica che sono partiti da un racconto a tre righe, dove ci sono i personaggi, la storia e l’epilogo, e sono continuati di tre righe in tre righe. Invitiamo il lettore ad esercitarsi, divertendosi a creare altri racconti così brevi ma altrettanto intensi.
Umberto, un quarantenne frustrato con molte ossessioni, è convinto che la sua vita stia per cambiare in meglio con l’arrivo di una promozione. Ma la mattina in cui si reca al lavoro per ricevere l’agognato riconoscimento è costretto a incassare una cocente delusione. Da quel momento in poi il veleno covato per tanto tempo entrerà in circolo, fagocitando tutte le persone che orbitano intorno alla sua esistenza. Giulia è una dodicenne ricca di fantasia e con una grande passione per il nuoto. La sua sensibilità la porta a vedere oltre la realtà di tutti i giorni e a oltrepassare quella sottile linea di demarcazione che separa il mondo razionale dalla dimensione onirica. A mettere Giulia in contatto con tale universo è la costante presenza di gatti, unici esseri capaci di sondare la profondità dell’inconscio.
Il volume è un utile strumento di confronto per direttori di gruppi di lavoro, per sacerdoti alla guida di gruppi giovanili o persone responsabili di organizzazioni in cui il risultato dipenda dalla motivata partecipazione di ciascun membro del gruppo. Le situazioni di lavoro sono paragonate con alcune parabole evangeliche: il fico sterile, il seminatore, i due fratelli, la parabola dei talenti: nel Vangelo c’è la miglior scuola di comprensione e valorizzazione dell’umano di ogni persona che è alla base anche del miglioramento professionale.
Un luogo? La casa di un’amica. Un tempo? Primi anni Settanta. Inizia così l’avventura di Emma, il suo viaggio al tempo delle lotte femministe, quando la domanda di riconoscimento incalzava, quando le donne erano in rivolta. Con un gruppo di amiche, diverse per età ed esperienza, Emma va incontro alle prime scoperte, verso il senso della vera uguaglianza, in una narrazione che ci presenta ostacoli, sofferenze ma anche tanto entusiasmo e passi avanti. La nostra giovane donna s’interroga sul senso dello stare al mondo, a partire da sé, dalle sue passioni, dal suo amore per l’arte e gli uomini. In questo itinerario fatto di entusiasmo ancora incantato, scevro dalla maliziosa retorica del presente, Emma s’imbatte in altre storie di donne, scoprendo che esse hanno tutte vite comuni e universali. La voce di Emma è la voce di una madre, ma anche di una figlia, di un’amica, di una sorella. Le parole di Emma sono la nostra coscienza che rintraccia in modo impietoso la disumanità nel comportamento e nei costumi, prodotto entrambi di un potere patriarcale e maschile che ha sconfinato il nostro Paese civile in indegne classifiche, nel ruolo di “aguzzino delle donne”.