Un fluire ininterrotto di pensieri e parole, che viaggiano all’unisono, senza alcuna dicotomia: ecco il senso ultimo della lettura di Uno sguardo di vita, la prima silloge che Virginia Mancori dà alle stampe, nonostante scriva da quando ha memoria. Ed è lei per prima a lasciarsi cullare da ciò che ricorda, sente, immagina, e lei la prima che si ferma ad ascoltare tra gli interstizi delle sillabe, che scandiscono i versi come battiti del cuore, un cuore giovane, ma già pieno di palpiti, già intensamente desideroso di abbeverarsi alla vita.
RETRO L’UNA è la prima raccolta di sillogi di Luca Di Stefano, una collezione di 55 componimenti, a tratti autobiografici, in cui la ricerca per la struttura e la forma è intensa e rapsodica. Varie le tematiche sviluppate (conflitti psicologici ed emotivi, la diatriba dell’essere, la sensazione, soprattutto, di mancanza di unità all’interno di se stessi o di estraniazione dell’individuo dalla società) in cui l’interferenza con l’ego crea quell’Arte per cui il contenuto finisce per dominare nella poesia in prosa. L’autore impiega spesso elementi retorici nei suoi versi per evitare le aridità del razionalismo e dare forza ai contenuti: sembrano infatti liriche-disegnate dalla mano precisa di un infallibile artigiano della parola che le incide con opulente ingegnosità e furore. RETRO L’UNA è un punto di orizzonte, il posto da cui partire per essere in grado di vedere entrambi i lati delle composizioni-binarie distefanee. La verità è l’effetto potente sul lettore e la materia che il poeta tratta è l’espressione della ricchezza della sua mente che riesce a trasmettere il calore emotivo e la forza spirituale del vissuto.
il Laboratorio di Poesia del Mangiaparole “…in bilico sui versi” presenta un reading di poesia, aperto a tutti, sul tema “odio, amore e altre disgrazie”…
Silenzio assordante. Come un arcobaleno che unisce agli estremi della campata il maestoso mito della Grande Madre fattrice dell’intera umanità e all’altro estremo la quotidianità silenziosa dell’operosità femminile, il libro della poetessa torinese Anna Raffaella Belpiede, Silenzio assordante, appare come il disegno riassuntivo di un pensiero femminile che connette con semplicità e successo il luminoso eroismo della donna alla sua invincibile paura della vita, lo slancio vitale del dono di sé, al suo opposto rinchiudersi nel rifugio della casa e della propria intimità, e illumina la rappresentazione complessiva della donna con la pienezza dei colori della vita e di tutte le situazioni possibili di gioia assoluta e al contrario di desolante rassegnazione.
Torino da bere, è un unico poema scritto intorno al significato profondo dell’amore umano.
introduce GIACOMO CARUSO letture a cura di GLORIA IMPARATO
Questo indumento attraversa i continenti (dall’Europa all’America) e le stagioni politiche (dall’ancien règime all’Impero napoleonico), ma il suo viaggio è prima di tutto concettuale: da capo di biancheria ad abito formale; dal mondo infantile al guardaroba adulto; da divisa a fenomeno di massa.