Unire un poeta con degli improvvisattori. Una sinergia suggestiva di parole, suoni ed immagini per esprimere “Tutta la Rabbia” (dei brutti poeti). Emozioni e divertimento per una serata magica, un caffè letterario come teatro. Tutta la rabbia (dei brutti poeti) Uno spettacolo targato “le brutte persone”, una brutta compagnia di improvvisazione teatrale.
Una nuova “lezione spettacolo” vi aspetta: innamorati, delusi, seduttori,amanti e amati le Maestre d’Amore stanno per tornare! Questa volta dispenseranno i loro preziosi consigli presso il Caffè Letterario Mangiaparole di via Manlio Capitolino a Roma mentre degusterete un appetitoso aperitivo. Vi aspettiamo alle ore 19.00. In scena per voi le attrici Cinzia Antifona e Valentina Greco
Maestre d’Amore è un reading di Compagnia PolisPapin tratto da “Ars Amatoria” e “Remedia” di Ovidio.
I pensieri dell’autrice evolvono, di volta in volta, sotto il segno della natura, in declinazioni pregne di simboli, decifrabili nella tessitura stessa dei versi, talora in modo univoco e schietto, talora nel labirintico dispiegarsi di un anelito di libertà, assaporato miracolosamente dalla “Finestra sul mare”. Gli occhi si muovono arditi e mai sopiti, per retrocedere o avanzare nello scandaglio interiore, nel riflesso del vivere quotidiano. Si dipanano, nel componimento “Il the caldo della sera”, effluvi caldi e ristoratori, che emanano una consapevolezza nuova, quella di un mondo appartenente al proprio sguardo, sgombro da affanni. La capacità di sorprendersi innamorata della vita lega a filo doppio tutti i versi, ricamati da una principessa moderna, che, in “Princess”, ironizza sulle false aspettative e correda l’amore di errori e imperfezioni.
Alla riaffermazione gloriosa dei propri sogni perduti corrisponde la possibilità di comunicare a se stesso l’oggetto e il contenuto delle proprie visioni immaginifiche e interiorizzare tutti i luoghi della propria vita, caricandoli di significati inediti e particolari. L’autore cerca un linguaggio che non falsifichi l’esperienza memoriale, traduca la visione in espressioni e immagini intellegibili per il lettore e dia prova che luoghi ideali sono ancora interiormente possibili seppur frustrati al contatto con una realtà ben diversa. L’isola coperta da una vegetazione rigogliosa si specchia in quel mare che è una prefigurazione delle avventurose vicende che attendono il protagonista. C’è identità tra protagonista e narratore. Anzi, il narratore è il doppio letterario dell’autore, con la sua irrinunciabile velleità intellettuale modello di un’umanità integralmente votata a valori assoluti fondati su motivi di egualitarismo sociale, mentre i molteplici personaggi che si susseguono durante il racconto sono mille altre proiezioni e sfumature di un’identità ideologicamente impegnata e nostalgica di una patria dello spirito da cui essere accolta.
La rete, l’immenso sistema nervoso della nostra realtà, può aiutarci a comunicare, comprendere, trasformare e creare. Grazie a essa oggi siamo in grado di protenderci verso un orizzonte di risposte possibili vasto come mai è accaduto prima. Ogni oggetto del mondo è alla nostra portata, perché è connesso. Ogni pensiero del mondo è alla nostra portata, se è connesso. Il libro è pieno di lezioni pratiche tratte dai quindici anni di esperienza nella progettazione di siti e applicazioni del Gruppo Espresso e di esempi concreti. È un percorso per comprendere e lavorare in maniera più efficiente e rapida attraverso un metodo – la progettazione funzionale – facile da imparare, che ha il pregio di essere indipendente dal singolo ambito di applicazione.
L’adolescente Evelyna vive coi nonni materni e con lo zio Fredrick dopo il tragico incidente stradale capitato molti anni prima ai suoi genitori. In seguito al ritrovamento casuale di alcune fotografie, la ragazzina inizia a indagare sul passato della propria famiglia e, grazie al prezioso aiuto della medium Corinne, farà luce su un’inquietante verità che coinvolge tutti i membri della sua cerchia familiare. Tra paure inconsce ed eventi soprannaturali, lo scrittore Gerardo Monaco propone un’inedita contaminazione tra generi, in cui il thriller s’incontra con la saga familiare e i connotati del tipico giallo alla Sherlock Holmes trasmigrano in un vero e proprio horror a sfondo religioso, dove la realtà non è mai ciò che sembra.
Così in questo giardinoorto di Morena, tipico perché simile a tanti altri nella compagine della città, abbiamo cominciato a leggere dapprima romanzi e poesie, e a discuterne insieme; poi abbiamo continuato con la scrittura e la lettura di opere di teatro radicate nel territorio del Lazio. A questo punto serviva una scena per leggere e recitare. Così ci siamo incontrati in due, tre e quattro volontari chi a scrivere, chi a leggere e chi anche a lavorare fisicamente per allestire un teatro naturale all’aperto a costo zero. Invece di fare un palco si è pensato di liberare una zona di buona acustica sotto la chioma di un pino riciclando materiali del giardino stesso per delineare fondali e quinte di scena. Anche i pochi oggetti per la scenografia e i costumi sono stati ridotti all’essenziale, per es.: due fari soli da 400 e da 150 watt per le luci, due o tre strumenti musicali, manufatti da un riciclo di materiali a disposizione di chiunque, tendaggi di scarto… In platea invece è stato utilizzato solo tufo, legno e materiali edili riciclati a secco mentre è stata lasciata in vista la presenza sensitiva e vitale delle piante.
La trasformazione del rettangolo di giardino in teatro è stata minima ma essenziale. Alcuni giovanissimi pini intorno all’area hanno procurato un’atmosfera iper-ossigenata che ha dato ali alle forze spesso fiacchite dei nostri corpi bibliomani.
“La figura della protagonista, Emanuela, che, come suggerisce il titolo, si racconta alla sua amata compagna, Guendalina, si delinea attraverso un sapiente gioco di specchi in cui si riflettono, alternati nella narrazione, i racconti e le confessioni delle due donne… L’amore che le unisce sembra un fuoco divoratore, le fonde e le rende continuamente bisognose l’una dell’altra come se ciascuna riuscisse perfettamente a riempire quel vuoto, quel pozzo senza fondo che risiede nel cuore di entrambe, generato e scavato da storie di non amore, di rifiuto, di scelte imposte che hanno privato Guendalina della voglia di vivere e hanno, invece, spinto Emanuela a reagire, non soccombendo. Due risposte completamente differenti ai rovesci della vita e forse proprio per questo il loro incontro è letto come provvidenziale… gli opposti che si attraggono e completano.” (Dalla prefazione di Valeria Soraci)
La bambina che aveva paura dei sogni di Chiara Porcelluzzi Azzurra è
un’adolescente che ha un rapporto distaccato con i genitori troppopresi dal lavoro e fa da mamma alla sorellina Aurora. E, nell’affrontare una realtà dolorosa, Azzurra capiràche sognare non è inutile e non può far paura.
Canti di terra e di mare di Mario Pennelli Un cialtrone – così si definisce Mario Pennelli,giovane e frizzante autore pugliese – racconta una Puglia fatta dicolori e calore, fra canti, storie e scene popolari, tra calici di vinoe frutti di mare.