Chiamiamolo soltanto “Il nostro personaggio”. Sì, ha un nome, come tutti noi. Per questo non ha tutta questa importanza. Non è un uomo che comparirà nei libri di storia. Probabilmente neanche nei giornali locali. È un uomo che si mescola ad altri uomini, semi-trasparente sul color asfalto, mimetizzato sui mezzi pubblici, invisibile portatore di umanità inespressa. Cos’ha da raccontare un uomo così? Tutto, se vuole. Un uomo così è l’essenza reale ed autentica del Terzo Millennio, è un concentrato di autenticità, uno specchio per chiunque abbia il coraggio di ammettere che qualsiasi scelta si allontani dai canoni standard richiede una dose di coraggio inarrivabile quasi per chiunque. E allora si racconta. Più o meno. In realtà ciò che fa è socchiudere una porta, lasciare uno spiraglio attraverso il quale saremo noi a sbirciare. E sarà proprio così che ci renderemo conto che quei pensieri possono essere i nostri e che la voglia di immortalità difficilmente trova strade più poetiche di un piccolo libro. D’altra parte, se stai leggendo queste parole, il suo pubblico sei tu.