Paolo Cera riesce ad appassionarci alla storia – una delle tante storie possibili – di un ragazzo senza nome, dai “sentieri accidentati”, emblematico del nostro tempo incerto, tuttavia coraggioso nel mostrare la sua contraddittorietà. Il forte legame con la fisicità delle persone è segno di una concretezza che viene dalla capacità, certamente dell’autore quanto del suo protagonista, di sacrificarsi, lottare, “accarezzare con gentilezza i sogni”. Ci sorprendono perle di saggezza, disseminate con la sapienza di drammaturgo o di sceneggiatore. “La sfera vitale non era attorno a me, era tutta dentro di me” scrive l’autore. Come una perla, appunto, come un sogno, come ‘Tela di sabbia’.
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