Uno Spoon River contemporaneo, di alberi recisi, che racconta la storia del Potere.
Una storia eterna di violenza, di incultura, di sopraffazione. E d’altra parte, malgrado tutto, la speranza mai sopita di un mondo migliore. Da costruire insieme.
«Una mostra permanente sulla memoria che suona come un invito universale di sottrazione all’oblio, trasponendo in versi il contenuto di diversi frammenti di nastri magnetici per l’impossibilità e inutilità della loro riproduzione. Un presidio alla memoria di chi legge, di chi leggerà, di chi ha scritto, di chi sta scrivendo, di chi scriverà, con un importante filo conduttore che si snocciola su un solo imperativo: non dimenticare. Per non dimenticare».
Ne parlano Dante Maffia e Giorgio Linguaglossa
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